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Chi Siamo

Desideravamo essere, desideravamo esistere e con impegno e costanza, abbiamo dato vita alla Catina Cerzasauro che, già nel nome, si tempra di fierezza, di robustezza e di un'indole guerriere tipicamente Sannita. L'obiettivo primordiale di chi ha generato questa impresa è stato quello di valorizzare il territorio e, con la consapevolezza di avere un prodotto qualitativamente buono, abbiamo fin da subito avuto la necessità di creare un linguaggio aziendale puramente comunicativo. Difatti i «luoghi» dove si produce sono i luoghi dove la scienza viene «applicata», sono cioè i luoghi del pragmatismo puro, pertanto il canone linguistico che vige dentro le aziende tende ad espandersi anche fuori: è chiaro che coloro che producono vogliono avere con coloro che consumano, un rapporto d'affari assolutamente chiaro.

Lo slogan infatti deve essere espressivo, per impressionare e convincere.


Ci siamo serviti di questa logica affinché il nome della Cantina Cerzasauro, con la sua storia e il suo simbolismo, diventi base e leva delle dinamiche del mercato capitalista e serva ad identificare in Italia e all'estero i vignaioli del Sannio. 
Asse portante nel nostro progetto è avere un'impresa Green, di cui il punto cardine: la riduzione degli sprechi e sostenibilità del processo produttivo che sono considerati fondamentali per la resilienza aziendale. Da qui è nata la forte esigenza di individuare profili professionali dall'alto contenuto tecnico, in grado di apprezzare, riconoscere e comprendere il mondo wine, ma anche figure annoverabili tra i green and sustainable jobs. Cantina Cerzasauro è un'impresa trasversale e di raccordo, pronta a rispondere in maniera positiva al mondo del lavoro.

La Mission

La nostra mission mira a comunicare un territorio attraverso il vino, questa la nostra ambizione. Nel 2019 abbiamo dato vita ad una società di distribuzione di prodotti eno- gastronomici, poi abbiamo capito che dovevamo fare di più. Abbiamo unito i nostri vigneti che si trovano nei comuni di Campoli del monte Taburno e Foglianise dove produciamo Aglianico e un terreno condiviso a Torrecuso dove produciamo falanghina e coda di volpe, e, affidandoci ad un enologo, abbiamo iniziato a conferire le uve presso una cantina di Torrecuso per la trasformazione. La pandemia, con tutte le conseguenze che ha generato non ha rallentato ciò che avevamo in mente, ma ha addirittura rafforzato la consapevolezza di dover virare, nel tempo, su scelte imprenditoriali, ben delineate e chiare. Oggi, siamo partiti con una piccola produzione di vini autoctoni (circa 10.000 bottiglie), aglianico, falanghina e coda di volpe, tutti
lavorati in purezza e tutti quanto più volutamente vicini alla tradizione. Questa è stata una scelta insindacabile: territorio e tradizione non possono e non devono essere distanti. Questo non significa non produrre in futuro altri vini, altri vitigni, altre storie, -sono già nei nostri pensieri- ma significa avere consapevolezza di quello che il territorio può garantire per poi poter osare. Trasformare e riformare i nostri vigneti secondo una "visione" aziendale ben chiara e delineata. Il nostro sogno è quello di una cantina "fisica", frattanto cerchiamo di creare un progetto enologico e territoriale definito.


Fare vino è difficile, venderlo lo ancora di più.